Sindrome di Takotsubo e pratica clinica

Un’esperienza personale invita il medico alla massima prudenza quando si affrontano situazioni emergenziali ad alto impatto emotivo per il paziente

In un recente studio pubblicato su NEJM, basato sull’ampia casistica dell’International Takotsubo Registry, è stato rilevato che la sindrome di Takotsubo colpisce in modo prevalente, ma non esclusivo, il sesso femminile in età post-menopausale (sebbene siano noti casi di giovani donne in età fertile), in correlazione con uno stress emotivo (28% dei casi), per esempio il lutto, o fisico (36% dei casi), per esempio un intervento chirurgico.[1,2]
La sindrome si associa spesso a patologie psichiatriche come la depressione ed è tipicamente caratterizzata dall’insorgenza della sintomatologia cardiaca dopo un evento ad alto impatto emotivo.
Si riporta l’esperienza personale di un caso clinico che invita il medico a essere sempre prudente in presenza di situazioni di particolare stress, poiché potrebbe essere a rischio la vita del paziente.

Intervento psichiatrico per tentato suicidio

Nel corso di un intervento in urgenza a domicilio, è stato rilevato un tentativo di suicidio per impiccagione da parte di D.V.. Questo grave acting-out suicidario è stato casualmente sventato dalla coniuge.
Il paziente era un uomo di 63 anni, che presentava un quadro depressivo già in trattamento da circa due mesi con clomipramina.
Nell’anamnesi patologica remota si rilevava un episodio depressivo verificatosi all’età di 45 anni e risolto dopo un trattamento farmacologico della durata di circa sei mesi. L’anamnesi era negativa per patologie di particolare rilevanza clinica, tranne per uno specifico trattamento antipertensivo da circa 5 anni.
Terminato l’intervento d’urgenza con la somministrazione di una benzodiazepina, si consigliava il ricovero protetto in un ambiente ospedaliero. Il ricovero veniva rifiutato sia dal paziente sia dai familiari, pertanto si rimodulava la terapia invitando il paziente a un controllo urgente, già all’indomani, presso lo specialista di sua fiducia.

La crisi stenocardica e il ricovero

A distanza di circa 3 ore dall’intervento psichiatrico, il paziente ha presentato un’improvvisa crisi stenocardica. Si è reso necessario il ricorso al servizio di emergenza del 118, che ha trasportato il paziente al pronto soccorso ospedaliero per sospetto infarto acuto miocardico. Il paziente è stato ricoverato presso il reparto di cardiologia ed è stato dimesso dopo dieci giorni di degenza con la diagnosi di Sindrome di Takotsubo e relativa terapia medica.
Nel corso del follow-up il paziente, che ha ottenuto una completa remissione del quadro clinico, è stato sottoposto a regolari controlli clinici sia psichiatrici sia cardiologici. Per quanto riguarda la terapia, è stato necessario sostituire la clomipramina, un antidepressivo triciclico dalle note problematiche cardiovascolari, con un SSRI, la paroxetina, meglio tollerata a livello cardiovascolare, in associazione a un antiaggregante e a un antipertensivo.

Conclusioni

Pur essendo la sindrome di Takotsubo un’evenienza rara e imprevedibile, dal punto di vista medico legale è importante procedere sempre con la massima prudenza laddove si affrontino situazioni emergenziali ad alto impatto emotivo, effettuando in ogni caso una verifica attenta delle condizioni cliniche del paziente (ECG, visita cardiologica, programmazione di visite di controllo) e favorendo una migliore collaborazione tra specialista, medico di famiglia e sanitari della rete dell’emergenza (118 e pronto soccorso).

Bibliografia

Takotsubo Cardiomyopathy: Clinical Epidemiology. In https://www.jwatch.org/na38847/2015/09/02/takotsubo-cardiomyopathy-clinical-epidemiology Ultimo accesso 30 settembre 2020.
Templin C et al. Clinical features and outcomes of Takotsubo (stress) cardiomyopathy. N Engl J Med 2015; 373: 929. (http://dx.doi.org/10.1056/NEJMoa1406761)

Autore

Ferdinando Pellegrino

Psichiatra, psicoterapeuta, Dirigente Medico del Dipartimento Salute Mentale ASL Salerno. Insegna presso alcune Scuole di Psicoterapia e Università, responsabile scientifico e docente ad oltre 400 eventi formativi e corsi di aggiornamento ed autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche.