La formazione di qualità di un chirurgo rappresenta un obiettivo urgente e un direttore di struttura complessa dovrebbe disporre delle risorse necessarie per offrirla
Stefano Rausei, MD, PhD
Dipartimento di Chirurgia, ASST Valle Olona, Gallarate (Varese)
Calo del numero di medici del SSN e crisi di vocazione in chirurgia
Numerose fonti accreditate dal Ministero della Salute denunciano inequivocabilmente la riduzione in numero del personale medico nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) [1,2]. Il forte calo numerico, che secondo le previsioni sul lungo periodo inciderà ancor più significativamente negli anni prossimi, riguarda specifici ambiti specialistici. Le specializzazioni di area chirurgica già risentono sensibilmente di tale carenza numerica in ambito ospedaliero.
Le motivazioni che giustificano tale dato sono numerose: da un lato il blocco del turn-over dei lustri passati[3], che ha favorito il costante invecchiamento dell’età media del personale in attività[4] e la fuga all’estero di una quota di neospecialisti non trascurabile[5], nonché le ultime disposizioni in materia pensionistica (cioè la cosiddetta “quota 100”)[6], che hanno improvvisamente accelerato l’uscita dalla Pubblica Amministrazione del personale più anziano; d’altro canto, la nota e diffusa crisi vocazionale nei riguardi della professione chirurgica, che da tempo caratterizza la popolazione italiana dei medici neolaureati[7]. Le cause riconosciute alla base di tale crisi sono diverse: oltre al lento ricambio generazionale sopra citato, infatti, la progressiva demotivazione delle nuove generazioni trova ragion d’essere nella sempre più accesa litigiosità medico-legale che induce a premi assicurativi sempre più elevati, nell’insoddisfacente retribuzione a fronte di maggiori carichi orari, ma soprattutto nel percorso formativo poco gratificante in ambito chirurgico richiesto dopo i 6 anni di laurea.
Allo stato attuale, l’urgenza con la quale il SSN deve rispondere alla carenza di personale, resa ancora più stringente dall’emergenza pandemica in corso, rischia di spingere verso rimedi “precari”, di breve prospettiva, che mirino semplicemente al “saldo numerico”, siano essi indirizzati al richiamo di forze già pensionate, o focalizzati sull’inserimento precoce di figure ancora non specializzate[2].
Contrasto alla demotivazione dei giovani chirurghi italiani
Si avverte ormai bene anche a livello ministeriale la forte necessità di un radicale ripensamento della figura del medico in Italia e, in particolar modo, del medico di area chirurgica. Se la revisione dell’aspetto legislativo correlato al “reato sanitario” (ovvero la “Legge Gelli”)[8] e il recente rinnovo contrattuale[9] muovono i primi passi nel tentativo di frenare la spinta demotivante verso la professione, tanto rimane da ripensare sull’aspetto formativo e professionalizzante. Infatti, il processo di demotivazione delle nuove generazioni di chirurghi italiani sta già ampiamente travalicando il concetto del prestigio della carriera chirurgica ed annientando quello di Scuola (e tradizione) chirurgica, di cui l’Italia ha sempre fatto vanto. Il giovane chirurgo oggi sa di essere una figura molto ricercata nel mondo del lavoro, soprattutto in un’epoca in cui la mobilità internazionale è sicuramente più agevole[10]. Per questo, egli non è più disposto ad aspettare il verificarsi delle condizioni favorevoli per il suo più adeguato percorso formativo, ma fa in modo di individuare la sede che possa avviarlo a una rapida e progressiva crescita professionale. Peraltro, quello che, così facendo, il giovane chirurgo italiano rivendica è un sacrosanto diritto, disciplinato dalla legge in più occasioni e in modalità diverse, nonché più volte oggetto di revisione normativa da parte del legislatore[11-13]. Infatti, la “cattiva” formazione “dell’apprendista” in chirurgia, che è alla base del diffuso malessere emerso negli anni più recenti tra i giovani in specializzazione[14,15], ormai rappresenta un problema che più volte ha impegnato tanto il MIUR quanto il Ministero della Salute. Purtroppo, a causa della lentezza del sistema legislativo italiano, soprattutto nella sua fase attuativa, non è stato possibile fermare la progressiva emorragia dei giovani medici di area chirurgica – sia specializzandi sia neospecialisti – verso altri Paesi, se non addirittura verso altre discipline[10,16]. E ora questa emorragia ha assunto i caratteri dell’emergenza. Le Società Scientifiche italiane di area chirurgica, dal canto loro, fin dal livello statutario, non hanno saputo salvaguardare e monitorare l’aspetto formativo delle nuove generazioni[17,18], verso il quale si sono attivate solo negli ultimi anni con colpevole ritardo. E ora quotidianamente ne denunciano le pesanti conseguenze[19].
Responsabilità di formazione per il direttore di struttura complessa
Da qui, sulla scia delle esperienze di rete formativa già in atto nell’ambito delle scuole di specializzazione e delle relative criticità, nasce l’idea di poter accreditare per l’insegnamento ciascun direttore di struttura complessa di area chirurgica, il quale, su base volontaria e dopo che ne siano state verificate le capacità didattiche, debba render conto di questa nuova attività in qualità di responsabile. Purtroppo, finora il direttore di un’unità operativa chirurgica afferente a un presidio ospedaliero inserito in una determinata rete formativa dispone dell’operato (a costo zero per il budget aziendale) di medici in formazione specialistica, senza esser mai ritenuto responsabile delle eventuali carenze nella propria attività didattica. Nei suoi riguardi, infatti, allo stato attuale viene a mancare l’azione di controllo affidata all’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica. Ne deriva una situazione in cui il Libretto-Diario, introdotto dalle normative ministeriali al fine di registrare ogni attività del discente, diviene spesso poco affidabile rispetto a quanto concretamente effettuato. Di conseguenza la relazione nell’ambito del Libretto – che dovrebbe essere compilata dallo stesso direttore di struttura per la certificazione dell’attività svolta e del livello di responsabilità ed autonomia acquisiti dallo specializzando – è svuotata da qualunque vincolo legislativo in termini di veridicità e completezza. Il docente extra universitario in questione (solo di rado inquadrato nella dicitura di “Professore a Contratto”) vanta sì la collaborazione accademica, senza tuttavia che ad essa corrisponda una reale responsabilità giuridica nei riguardi della qualità della formazione fornita.
Un’idea sulla quale si potrebbe lavorare è quella di riconoscere al docente “di rete” un incentivo economico per l’insegnamento (a prescindere dalla stipula del contratto universitario), vincolando questa docenza a una nuova forma di responsabilità. Parimenti a quanto previsto per le altre responsabilità manageriali, anche la “responsabilità di formazione” necessariamente conserverebbe il presupposto essenziale della competenza di un direttore di struttura complessa (sia a livello tecnico, sia concettuale e gestionale).
Essa si integrerebbe, senza specifiche soluzioni di continuità, con le responsabilità di funzione, di processo e di progetto, già proprie di un Primario “moderno”. Volendo attribuire a tale responsabilità una valenza giuridica, di certo non si può individuare in essa una natura civile o, addirittura, penale, né contabile o amministrativa. Tuttavia con l’intenzione di sancire la natura contrattuale della responsabilità della buona formazione del giovane chirurgo italiano, le parti (il docente e l’Università o, se possibile, anche direttamente il SSN) dovrebbero riconoscere ad essa quantomeno il carattere gestionale, se non, nei casi più estremi di abuso professionale, disciplinare. La responsabilità gestionale, infatti, si misura in rapporto all’utilizzo delle risorse disponibili e al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Ebbene, oggi la formazione di qualità di un chirurgo rappresenta un obiettivo urgente e il direttore di “rete”, di comprovata competenza anche come docente, dispone delle risorse necessarie per offrire formazione di qualità. Non dedicare tempo e pazienza all’apprendimento chirurgico del giovane, non mettere a sua disposizione l’esperienza, la cultura e l’entusiasmo per la professione, non fornire gli strumenti per il suo continuo aggiornamento e non tutelarne la crescita e l’autonomizzazione in termini di responsabilità nei riguardi del paziente e dei colleghi dovrebbero configurare una colpa di cui il docente possa rispondere direttamente.
Bibliografia e sitografia
- D’Arienzo Matteo et al. La mappa delle carenze di medici specialisti regione per regione. 2019.
- Studio ANAAO ASSOMED, pp. 1-9. D.Lgs. n. 35/2019: “Misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria”. Legge n. 448/2001: “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2002)”.
- Legge n. 448/2001: “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2002)”.
- https://www.contoannuale.mef.gov.it/struttura-personale/eta
- OECD, Health at a Glance 2019: OECD Indicators, 2019, OECD Publishing, Paris, pp. 172-176.
- D.Lgs. n. 4/2019: “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”.
- https://www.sanitainformazione.it/lavoro/chirurgia-contenzioso-legale-succede-sala- operatoria-un-settore-crisi-benvenuta-legge-gelli-lintervista-pierluigi-marini- presidente-acoi/
- Legge n. 24/2017: “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”.
- ARAN. Ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro dell’area sanità, triennio 2016-2018.
- https://ec.europa.eu/growth/tools-databases/regprof/index.cfm
- Lgs. n. 368/1999: “Attuazione della direttiva 93/16/CEE in materia di libera circolazione dei medici e di reciproco riconoscimento dei loro diplomi, certificati ed altri titoli”.
- DM 04.02.2015: “Riordino scuole di specializzazione di area sanitaria”.
- DM 13.06.2017: “Standard, requisiti e indicatori di attivita’ formativa e assistenziale delle Scuole di specializzazione di area sanitaria”.
- https://vamosssm.wordpress.com/
- https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=78543
- D’Arienzo Matteo et al. La programmazione del fabbisogno di personale medico, proiezioni per il periodo 2018-2025: Curve di pensionamento e fabbisogni specialistici. 2019, Studio ANAAO ASSOMED, pp. 1-7.
- https://www.sicplus.it/
- https://www.acoi.it/site/01_acoi/200_statuto.aspx
- https://www.sanitainformazione.it/lavoro/chirurgia-contenzioso-legale-succede-sala-operatoria-un-settore-crisi-benvenuta-legge-gelli-lintervista-pierluigi-marini-presidente-acoi/