Alessandro Gallo1, Alberto E. Maraolo2
1 Direttore Generale Springer Healthcare Italia
2Dirigente Medico presso l’Azienda Ospedaliera dei Colli – Ospedale Cotugno di Napoli
L’introduzione della PrEP ha segnato un punto di svolta nella lotta contro l’HIV. Questa strategia preventiva, basata sull’assunzione quotidiana oppure on-demand di un farmaco antiretrovirale da parte di individui ad alto rischio ma non infetti, ha dimostrato un’elevata efficacia nella prevenzione della trasmissione dell’HIV, riducendo il rischio di infezione di oltre il 90%. La comprensione dell’importanza di questa strategia preventiva e la sua implementazione all’interno dei programmi di prevenzione dell’HIV da parte delle aziende ospedaliere, degli infettivologi e dei pazienti sono di vitale importanza.
Il 13 giugno si è tenuta a Milano, presso la Fondazione Rovati, la conferenza stampa intitolata “Una nuova era nella prevenzione dell’HIV: la rimborsabilità della PrEP come passo storico nella lotta contro l’infezione“, organizzata da Viatris Italia. L’evento ha visto la partecipazione di importanti figure del mondo clinico, istituzionale e delle associazioni. Durante la conferenza sono stati esaminati i dati epidemiologici sull’HIV in Italia e nel resto del mondo, nonché i progressi compiuti nella prevenzione e nel trattamento dell’infezione. È stato sottolineato l’importante ruolo della collaborazione tra le diverse parti interessate, tra cui istituzioni, società scientifiche, associazioni e aziende, al fine di raggiungere l’obiettivo auspicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di creare una generazione libera dall’AIDS.
La PrEP rappresenta un’arma efficace nella lotta contro l’HIV. Approvata dalla FDA negli Stati Uniti e adottata in molte parti del mondo, questa terapia preventiva, se assunta correttamente, riduce significativamente il rischio di contrarre l’HIV. Al momento, oltre 1,6 milioni di persone in tutto il mondo hanno avuto accesso alla PrEP orale, con quasi un milione di utenti nell’Africa orientale e meridionale. Nel 2021, 144 paesi hanno adottato le raccomandazioni dell’OMS sulla PrEP nelle loro linee guida nazionali, mentre altri 14 paesi hanno pianificato di adottarle entro i due anni successivi.
In Italia, l’HIV rappresenta ancora un significativo problema di salute pubblica, con 1.770 nuove diagnosi all’anno nel 2021, corrispondenti a una frequenza di 3 casi su 100.000 persone. Si osserva anche un aumento dei casi non diagnosticati, con un numero crescente di persone che ricevono una diagnosi di sieropositività in ritardo.
Oltre ai benefici in termini di prevenzione dell’HIV, la PrEP si è anche dimostrata economicamente vantaggiosa. Studi recenti hanno evidenziato che la PrEP rappresenta un intervento economicamente conveniente per la prevenzione dell’HIV in uomini che hanno rapporti sessuali con uomini ad alto rischio, con un’incidenza dell’HIV di almeno il 2% negli Stati Uniti, e in giovani donne in Sud Africa.
Tuttavia, nonostante i benefici evidenti, l’adozione della PrEP ha comportato alcune complessità gestionali, tra cui il costo del farmaco, l’accessibilità, la mancanza di consapevolezza e la stigmatizzazione. È essenziale affrontare queste potenziali criticità alfine di risolverle nell’ottica di aumentare l’uso della PrEP e sfruttarne appieno il potenziale nella riduzione della diffusione dell’HIV.
La PrEP rappresenta un’opportunità unica di prevenzione strategica per l’HIV e dovrebbe essere considerata come un componente fondamentale dei programmi di prevenzione. Durante la conferenza, il professor Stefano Vella ha sottolineato l’origine dell’HIV come uno dei più importanti esempi di “spillover” nella storia delle malattie infettive e ha evidenziato l’importanza di combattere le disuguaglianze garantendo l’accesso alle cure per l’HIV anche nei paesi a basso reddito, in collaborazione con le aziende farmaceutiche.
È cruciale garantire l’accesso alla PrEP, promuovere la sua adozione e monitorare l’aderenza, coinvolgendo le istituzioni sanitarie, gli infettivologi e i pazienti. Solo attraverso uno sforzo combinato si può sperare di rallentare la diffusione dell’HIV e raggiungere l’obiettivo di una generazione senza HIV.
I decisori che si occupano della spesa sanitaria dovrebbero valutare attentamente i benefici della PrEP e promuoverne l’adozione come misura di prevenzione economica a lungo termine. Se implementata e utilizzata correttamente, la PrEP può rappresentare una soluzione efficace e sostenibile per ridurre la diffusione dell’HIV.
L’importanza della corretta informazione e dell’educazione è fondamentale nel percorso verso una maggiore accessibilità dei trattamenti e la sensibilizzazione della popolazione. Le associazioni svolgono un ruolo di primaria importanza nell’affrontare questo compito, promuovendo la fornitura di informazioni accurate sull’HIV, la prevenzione e la diagnosi precoce, oltre a combattere la diffusa discriminazione ancora presente.
Negli ultimi anni, la ricerca ha compiuto notevoli progressi nell’ambito dell’HIV e dell’AIDS. Attualmente, la positività all’HIV è una condizione controllabile dal punto di vista clinico. Tuttavia, sarebbe un grave errore considerare questa infezione come un problema del passato. Pertanto, è fondamentale continuare a diffondere l’importanza dell’informazione corretta sulla prevenzione, effettuare il test in modo routinario e garantire l’accesso e l’aderenza a un trattamento farmacologico efficace, mantenendo sempre la persona al centro delle attenzioni. L’HIV colpisce persone di ogni genere, età e orientamento sessuale. Siamo consapevoli che anche prevenire una sola nuova infezione vale l’impegno. La rimborsabilità della PrEP è un elemento fondamentale in questa battaglia, come sottolineato da Bruno Marchini, Presidente di Anlaids Onlus – Associazione Nazionale per la Lotta contro l’AIDS.
È importante comprendere che il successo ottenuto finora non indica la fine del percorso. Come ha affermato Sandro Mattioli, Presidente di Plus – Rete Italiana Persone LGBT+ Sieropositive, APS: “È necessario continuare a lottare contro lo stigma, poiché la paura del pregiudizio sociale scoraggia ancora molte persone dal sottoporsi al test. Inoltre, è necessario lavorare per ampliare l’accesso al farmaco oltre alla sua distribuzione e prescrizione attuali per la PrEP. C’è ancora molto da fare. Come associazione, ci impegniamo a diffondere la notizia della rimborsabilità della PrEP, trasmettendo chiaramente il messaggio che le diverse forme di prevenzione devono essere utilizzate in combinazione se vogliamo davvero creare una generazione senza AIDS, nella definizione dell’OMS. Continuiamo ad attendere con fiducia nuovi progressi nella ricerca in questo campo”
L’importanza della rimborsabilità della PrEP risiede nel suo potenziale impatto positivo sulla situazione attuale. La disponibilità gratuita di questa terapia preventiva dell’infezione da HIV fornita dal Servizio Sanitario Nazionale può contribuire ad evitare nuove infezioni e contenere la diffusione del virus, soprattutto tra le popolazioni a rischio. Inoltre, dal punto di vista economico, la profilassi pre-esposizione risulta essere più vantaggiosa rispetto al trattamento di una persona HIV positiva, consentendo un risparmio per la sanità pubblica.
È essenziale non dimenticare l’importanza di promuovere l’uso corretto del preservativo e di altre strategie preventive in combinazione con la PrEP, così come informare correttamente i giovani sull’HIV e sulle misure di prevenzione. Difatti, uno dei potenziali rischi connessi con la PrEP è l’incremento dell’incidenza di altre malattie sessualmente trasmissibili: per esempio, sifilide, gonorrea, herpes e altre patologie veneree. In quest’ambito peraltro non va sottovalutato il problema dell’antimicrobico-resistenza: in particolare, fa spavento l’incremento dei tassi di non-suscettibilità agli antibiotici di prima linea dell’agente eziologico della gonorrea, il gonococco, tanto che negli Stati Uniti questi ceppi vengono considerati una minaccia “urgente” per la salute pubblica al pari dei patogeni Gram-negativi nosocomiali resistenti ai carbapenemi.
Un altro punto da affrontare è la potenziale tossicità, specialmente a livello osseo e renale, legata all’utilizzo di farmaci antiretrovirali in profilassi. Scenari futuri sono rappresentati dall’utilizzo quale strumento preventivo di farmaci long-acting, da somministrare poche volte l’anno, e sempre meglio tollerati.
Cruciale dunque la corretta selezione dei beneficiari della PrEP per massimizzarne l’efficacia: persone con alto grado di consapevolezza relativamente ai problemi delle malattie sessualmente trasmissibili, disposte a farsi seguire e monitorare da parte di specialisti del settore. Fondamentale per esempio prima di iniziare la PrEP uno screening in primis per HIV: in letteratura ci sono casi di infezione contratta proprio a ridosso delle prime dosi di antiretrovirale in profilassi.
La rimborsabilità della PrEP rappresenta un traguardo importante, ma non segna la fine della lotta contro l’HIV. È necessario continuare a lavorare per combattere lo stigma, garantire un accesso più ampio al farmaco e promuovere l’uso combinato di diverse forme di prevenzione al fine di creare una generazione senza AIDS.
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